La domanda che si fanno molti di noi che amano i felini è: come educare un gatto? In effetti, a volte sembra di trovarsi davanti a un’impresa impossibile. Il gatto sembra infatti naturalmente portato a ignorare qualsiasi tipo di comando, a differenza del cane, facendo sempre prevalere la sua indole dominante.
In realtà esistono alcuni modi efficaci per educare un gatto: ovviamente ci vuole pazienza e costanza nell’applicarli, ma alla fine è possibile ottenere dei risultati davvero interessanti. E allora scopriamo insieme come educare un gatto, partendo da quei comportamenti del nostro amico felino che possono davvero essere fonte di fastidio per noi e per gli altri membri della famiglia.
Come educare un gatto a non salire sul tavolo?
Probabilmente molti di noi lasciano il loro gatto libero di andare in praticamente ogni luogo della casa: ma quando lo spirito di esplorazione e la curiosità felina (e a volte anche la golosità) lo spingono a salire sul tavolo è il momento di intervenire.
In effetti è abbastanza semplice capire il perché il nostro gatto è molto attirato dal tavolo e prova a salire su di esso: intorno al tavolo ci riuniamo con la nostra famiglia per mangiare, quindi si tratta di un luogo interessante per il nostro piccolo felino, anche per la presenza di cibo. Inoltre salire sul tavolo è vietato e i gatti amano particolarmente sfidare i divieti umani.
Ma allora come educare un gatto a non salire sul tavolo, per evitare furti di cibo e danni alle posate e alle tovaglie? Una prima strategia è quella che spunta a spegnere la sua curiosità innata: quindi, se lasciamo la superficie del tavolo completamente sgombra da ogni oggetto, il gatto presto non la troverà più di suo interesse e rinuncerà spontaneamente a salire sul tavolo.
Un altro sistema è quello di sincronizzare gli orari dei suoi pasti con quelli del resto della famiglia: facendo questo, non salirà sul tavolo spinto dalla fame alla ricerca di cibo, ma solamente curioso di verificare quello che stiamo facendo noi umani. A questo punto, quando il nostro gatto prova a salire sul tavolo, mettiamolo a terra immediatamente, accompagnando questo gesto con un “NO” molto deciso. Potrebbe riprovare a salire e noi dovremmo rimetterlo giù nello stesso modo, ma è molto probabile che dopo poco si stanchi e cerchi una diversa attività per soddisfare la sua curiosità.
Ora che abbiamo risolto il problema dei pasti, dobbiamo affrontare un altro tipico comportamento dei gatti che vivono in casa e che può essere davvero difficile da gestire: quello di riuscire a far dormire il gatto durante le ore notturne.
Come educare un gatto a dormire la notte?
La notte è fatta per dormire, almeno per noi umani: per i gatti, questa affermazione non è sempre valida. Infatti è normale, se abbiamo un gatto, essere svegliati in piena notte dal nostro amico a quattro zampe che gioca e corre come un pazzo oppure che miagola perché desidera essere nutrito.
Si tratta di un’esperienza decisamente poco piacevole, soprattutto se abbiamo la sveglia puntata molto presto per andare a lavorare e il nostro gatto decide di avere fame alle 4:30 del mattino. Potremmo anche alzarci per dargli da mangiare, ma riprendere sonno sarebbe difficile e la mattina alzarsi diventerebbe un’impresa.
Ma allora come educare un gatto a dormire di notte? Il problema si pone con i gatti adulti: i cuccioli infatti hanno un’autonomia limitata, quindi giocano durante il giorno e dormono più o meno per tutta la notte. Ma quando passa nell’età adulta, il gatto sviluppa sempre di più il suo naturale istinto da predatore.
Istinto da predatore che lo spinge a muoversi di notte, riposando di giorno e cacciando durante le ore di buio, quando la sua vista gli permette di muoversi agilmente e di catturare facilmente le sue prede. Tutto perfetto in un ambiente selvatico, ma non all’interno di un appartamento: quindi cerchiamo di capire come educare un gatto a dormire durante la notte.
Consigli pratici
Alcuni “trucchi” possono aiutarci a passare notti più tranquille: il primo può essere quello di cercare di regolarizzare i ritmi del gatto, rendendoli il più possibile simili ai nostri. E per farlo possiamo sfruttare il cibo: infatti, se diamo da mangiare al nostro gatto appena prima di andare a dormire, potremmo conciliare il suo sonno (e quindi anche il nostro) ed evitare sveglie notturne perché la ciotola è vuota.
Un altro sistema può essere quello di “stancare” il nostro gatto, tenendolo impegnato durante la giornata: se non siamo a casa possiamo affidarci a un albero tiragraffi completo di giochi oppure possiamo provare a costruire qualche distrazione adatta a lui. Se abbiamo a disposizione un terrazzo, dopo averlo messo in sicurezza possiamo lasciare libero accesso al gatto a questo spazio esterno: quello che accade intorno a lui lo potrebbe tenere impegnato per diverse ore, che dovrebbe poi recuperare dormendo durante la notte.
Altra accortezza da tenere sempre presente è quella relativa alla luce: più la casa è buia, più il gatto tenderà a riposare durante la notte. Quindi, chiudiamo bene persiane, ante scure e tapparelle, in modo che dall’esterno filtri meno luce possibile, e non lasciamo luci accese in casa. Il buio concilierà il riposo del gatto e anche il nostro.
Tutte queste strategie puntano ad armonizzare i ritmi del nostro gatto con quelli classici giorno-notte: ovviamente se iniziamo a educare il nostro gatto a dormire di notte fin da quando è cucciolo, non facendolo giocare o nutrendolo durante le ore notturne, questo processo dovrebbe essere più semplice e naturale.
Come educare un gatto a non graffiare?
Le unghie affilate sono il sistema di attacco e di difesa che più caratterizza i gatti: probabilmente ci è capitato diverse volte, anche in contesti di gioco, di provare il dolore tipico che un’unghiata di gatto può regalare.
Questo tipo di educazione dovrebbe iniziare da cuccioli, per essere davvero efficace. Prima di tutto non cadiamo nella tentazione di far giocare il nostro gatto con mani e piedi: il suo istinto li fa vedere come prede, che per lui è naturale graffiare. Quindi, per quanto ti possa sembrare divertente, non abituare il gatto al fatto che le tue mani e i tuoi piedi siano giochi, perché se potrebbe essere sopportabile finché il gatto è un cucciolo, è destinato a diventare molto doloroso quando il gatto diventa grande.
Altra strategia che puoi applicare con successo per evitare che il gatto ti graffi è quella di concentrare la sua attenzione (e il suo istinto predatorio) verso qualcosa di altro. Scegli un giocattolo dedicato e fai in modo che la sua attenzione si concentri su questo durante il gioco. Ricorda una cosa importante: tutti i membri della famiglia devono avere questo atteggiamento, altrimenti il gatto finirebbe per sentirsi confuso. E, se noti che il gatto si annoia e non si distrae più con un determinato giocattolo, prova ad alternare i diversi giochi per tenere sempre viva la sua attenzione.
E, per quanto non sia utile anzi controproducente alzare la voce verso il nostro gatto, che finirebbe solo per stressarsi e agitarsi di più, aumentando probabilmente l’intensità dell’attacco, un “NO” detto con voce ferma e tono autoritario può essere utile quando il gatto ha già iniziato a graffiare. Ovviamente dovremmo anche interrompere subito il gioco e allontanarci, per far capire al gatto che il suo comportamento è sbagliato.
Dobbiamo anche imparare a “predire” quelli che potranno essere i comportamenti del nostro gatto: se lo accarezzi e fa le fusa, è molto probabile che sia tranquillo e quindi che non ci sia il rischio di ricevere una graffiata. Ma se notiamo che inizia a muovere le orecchie e la coda e che sembra intenzionato a scappare, meglio lasciarlo tranquillo, perché da un momento all’altro potrebbe partire all’attacco.
Come educarlo a non graffiare i mobili?
Oltre a essere noi le vittime delle unghie del gatto, c’è il rischio che lo diventino anche i mobili di casa: in particolare i divani, le poltrone e le sedie sono i bersagli preferiti dai nostri gatti. In questo caso non entra in gioco un istinto predatorio o di difesa, quanto piuttosto il bisogno naturale che il gatto ha di tenere le unghie affilate: se può uscire in giardino è possibile che utilizzi il tronco di un albero, ma se si trova in appartamento deve trovare un’alternativa, come appunto il divano (soprattutto se in pelle).
E in questo caso come educare un gatto a non distruggere i nostri mobili di casa? Munirsi di un tiragraffi può essere la soluzione migliore. Si tratta di oggetti studiati e realizzati appositamente per permettere ai gatti di affilare le unghie. Alcuni sono integrati in veri e propri “alberi tiragraffi”, che possono comprendere anche diversi giochi per i nostri amici felini.
Per ottenere un risultato migliore, proviamo a posizionare il tiragraffi vicino al mobile su cui il nostro gatto si fa le unghie, in modo da offrire un’alternativa semplice e immediata: potremmo anche un aroma attrattivo naturale (se ne trovano diversi) per attirare l’attenzione del micio sul tiragraffi.
Per conoscere e vedere i migliori tiragraffi sul mercato, vai su “Alberi Tiragraffi Per Gatti Grandi: I Migliori Per I Nostri Mici XXL”.
Come educare un gattino di 2 mesi?
Quello di educare un gatto è sicuramente un processo più semplice se si comincia da cuccioli: per fortuna, già dai 2-3 mesi di vita, possiamo iniziare a educare il nostro gatto, per una migliore convivenza quando diventerà un adulto. Un primo step molto importante è quello di educare il nostro gattino a utilizzare la lettiera.
Come educare un gatto cucciolo a utilizzare la lettiera?
In realtà l’utilizzo della sabbia per coprire i propri bisogni è un comportamento innato nel gatto: quindi più che educare un gattino a utilizzare la lettiera, dobbiamo incoraggiarlo. E per fare questo può essere utile:
- posizionare la lettiera in una zona tranquilla della casa: in modo che il gattino non sia disturbato durante l’utilizzo;
- scegliere un contenitore di dimensioni adatte a quelle del nostro gatto: ricordiamoci solo di cambiarlo con uno più grande man mano che il gatto cresce;
- mantenere pulita la lettiera: possibilmente pulendola dopo ogni utilizzo, perché in questo modo il gattino è maggiormente invogliato a utilizzarla.
Come educare un gattino a non mordere?
Il morso è per un gattino un istinto naturale: il morso è uno degli strumenti, insieme alle unghie, che utilizza per il gioco e per la caccia. Ma il morso da parte di un gattino può essere anche un segno di disagio. Quindi è importante capire perché il gattino ha deciso di morderci.
Se si tratta di un morso legato alla caccia, che per un gattino si concretizza durante la fase di gioco, la soluzione migliore è allontanare la nostra mano e distrarlo con altri giochini, come le bacchette con le piume. Nel momento in cui allontaniamo la mano o il piede, ricordiamo di accompagnare il gesto con un “NO” pronunciato con voce ferma: a lungo andare il gattino collegherà il gesto di mordere con qualcosa da non fare.
Se invece il morso è espressione di disagio, la soluzione è quella di lasciare andare il gattino, senza trattenerlo: può darsi che sia stato infastidito dalle nostre attenzioni e abbia bisogno di un po’ di tempo per calmarsi, in tranquillità e solitudine.
Abbiamo visto in questo articolo come educare un gatto a evitare tutti quei comportamenti che possono far diventare poco piacevole la convivenza con il nostro amico felino: per esempio l’utilizzo delle unghie durante il gioco oppure sui mobili, oppure la cattiva abitudine di riposare durante il giorno per poi scatenarsi come un pazzo durante la notte. Senza dimenticare l’ABC dell’educazione di un gattino.
Ovviamente, qualsiasi sia il problema che dobbiamo affrontare e la strategia che mettiamo in campo, dobbiamo necessariamente armarci di una buona dose di pazienza: educare un gatto non è un processo semplice come può sembrare a un primo impatto.
L’importante è non demordere e non lasciarsi scoraggiare da eventuali fallimenti: con pazienza, con i giusti trucchi e con l’affetto per il nostro amico a quattrozampe riusciremo a risolvere tutti i problemi di educazione del gatto che si possono presentare.
Per addestrare i gatti, invece, abbiamo trovato un bel articolo che fa a caso vostro “Come addestrare un gatto e cosa insegnarli”.